Piazza Castello,
dove si trovano Palazzo Reale, Palazzo Madama, la chiesa di San Lorenzo

Ampia e quadrata, occupata al centro da palazzo Madama, l'edificio che più di ogni altro riassume la millenaria storia della città. Dietro, la facciata che nel 1718 Juvarra costruì per collocarvi il famoso scalone, capolavoro del barocco, ancora si innalza salda la mole del castello duecentesco.
Il castello fu  iniziato dai signori Monferrini nel 1200 incorporandovi le torri di una precedente porta romana. Lo stile dell'edificio non interrompe la compattezza delle masse edilizie de perimetro disegnate nel 1584 dal Vittozzi, sottolineata poi dal palazzo reale che Amedeo di Castellamonte arretrò, per accentuarne la monumentalità e aumentare i valori prospettici e spaziali in fondo ad un vasto cortile. Gli elementi che apportano vivacità alla severa uniformità dell'ambiente sono le cupole del Guarini, quella di San Lorenzo, sul lato che fronteggia palazzo Madama, e l'altra della Sacra Sindone emergente dalla reggia.
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PIAZZA CASTELLO PALAZZO MADAMA
si colloca al centro di Piazza Castello.
Questa splendida residenza-museo racconta la storia bimillenaria di Torino stessa, poiché comprende, in un unico edificio, le torri della romana Porta Pretoria, il Castello quattrocentesco di Ludovico d'Acaja e la scenografica facciata che dà su via Garibaldi, con atrio e scalone monumentale, aggiunta nel 1721 da Filippo Juvarra, quando, perduta la funzione difensiva, era diventata l'elegante Palazzo delle "madame" reali, prima di Cristina di Francia e poi di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, moglie di Carlo Emanuele II.
Le sale dei Palazzo, comprese quelle auliche affrescate e decorate nel '600-'700, sono inserite in un complesso progetto di restauro in vista della riapertura al pubblico del Museo Civico di Arte Antica, che vi ha sede dal 1863 e che comprende ricche ed eterogenee collezioni: dipinti, mobili, sculture, ceramiche, smalti, vetri, avori, arazzi


 

PIAZZA CASTELLO PALAZZO REALE
Fu la madama reale Cristina di Francia, moglie del duca Vittorio Amedeo I, ad iniziare, nel 1646, il Palazzo Reale di Tortino, che divenne poi la sontuosa residenza ufficiale dei duchi e, in seguito, dei re sabaudi per oltre due secoli. Nelle sale di ricevimento e negli appartamenti privati, i soffitti affrescati e riccamente intagliati, i quadri, i preziosi arazzi, i mobili intarsiati, le porcellane, documentano il modificarsi del gusto dal '600 all'800, sotto la regia degli architetti di corte, da Juvarra e Alfieri a Palagi. La fontana e le aiuole dei giardini sono invece decorate con statUe seicentesche disegnate da Le Nô tre, il famoso architetto francese dei giardini di Versailles.

 

PIAZZA CASTELLO CHIESA DI SAN LORENZO
La Chiesa di San Lorenzo, chiamata anche Real Chiesa di San Lorenzo, è un’opera di Guarino Guarini, restaurata in occasione delle due Ostensioni della Sindone avvenute nel 1998 e ne 2000.
Nel 1577 Emanuele Filiberto, duca di Savoia, e suo cugino Filippo II, re di Spagna, stanno combattendo nelle Friande contro i Francesi. Entrambi fanno voto di far erigere, in caso di vittoria, una chiesa in onore del santo ricordato nel giorno dell’eventuale vittoria. A Madrid Filippo II fa erigere l’Escorial, abbazia costruita a forma di graticola, strumento del martirio del santo. Nel 1562 al suo rientro a Torino Emanuele Filiberto non potendo erigere subito la chiesa, fortifica la città e restaura la cappella ducale “Santa Maria ad Presepe” dedicandola a San Lorenzo, cappella che ancor oggi precede l’entrata nella Real Chiesa. Nel 1578 Emanuele Filiberto trasferisce definitivamente la Sacra Sindone da Chambery a Torino e proprio in quell’ occasione il Sacro Telo viene posto sull’altare della Cappella di San Lorenzo. Emanuele Filiberto muore nel 1580 e solo nel 1634 viene posta la prima pietra per edificare una nuova chiesa


 

PIAZZA SAN GIOVANNI - DUOMO
L'attuale Duomo, primo esempio di architettura rinascimentale a Torino, fu edificato per volere del vescovo Domenico Della Rovere sull'area di tre chiese medioevali dedicate al Salvatore, a San Giovanni Battista e a Santa Maria. Il progetto, affidato all'architetto toscano Meo del Caprina, venne realizzato tra il 1491 e il 1498. Nel secolo XVII l'edificio fu ristrutturato con l'aggiunta della cappella della Sacra Sindone di Guarino Guarini che collega la cattedrale al Palazzo Reale. Il campanile di Sant'Andrea, ultimato nel 1469, venne sopraelevato nel 1720 su progetto di Filippo Juvarra. La facciata, su cui si aprono tre eleganti portali, con il suo rivestimento in marmo bianco costituiva un'anomalia rispetto ai coevi edifici in mattone. L'interno, ad impianto basilicale, è a croce latina a tre navate con elementi gotici. Le cappelle laterali ospitano altari devozionali; al secondo altare della navata destra polittico della Compagnia dei Calzolai di Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. Le scale laterali al fondo del presbiterio conducono alla cappella della Sacra Sindone; costruito tra il 1668 e il 1694 su progetto di Guarino Guarini, questo capolavoro di architettura barocca è attualmente in restauro dopo l'incendio dell'11 aprile 1997.


LA SINDONE
Il nome “Sindone” deriva dal greco “sindon” e significa “tessuto di lino”. La sua prima apparizione risale al 1353 quando il cavaliere Goffredo di Charny la depose nella chiesa del suo feudo di Lirey in Francia. Nel 1453 fu trasferita ai Savoia e custodita nel castello di Chambery. Nel 1532 fu seriamente danneggiata da un incendio e sottoposta a interventi di riparazione. Nel 1578 fu trasferita a Torino. Nel 1898 fu scattata e diffusa la prima fotografia dettagliata della Sacra Sindone. Le tecniche fotografiche (ed in particolare il negativo) consentirono di esaltare i tratti dell’uomo raffigurato e resero famosa la reliquia in tutto il mondo, innescando un dibattito e una controversia mai sopiti.

 

PIAZZA CASTELLO TORRE LITTORIA
19 piani, alta 87 metri. La presenza di un'antenna metallica alla sommità permette alla struttura di superare i 100m (109m) ascrivendola così alla categoria grattacielo.
Fu progettata dall'architetto Armando Melis de Villa e dall'ingegnere Giovanni Bernocco tra il 1933 ed il 1934, nell'ambito del progetto di ricostruzione di via Roma. Progettata inizialmente per ospitare la sede del Partito Nazionale Fascista, in realtà non lo divenne mai, e attualmente è proprietà della Reale Mutua Assicurazioni.
Fu il primo edificio torinese ad essere realizzato con struttura metallica, e da allora è stato frequentemente oggetto di dibattito a causa della sua imponenza perché snatura il disegno della piazza che costituisce uno splendido esempio di architettura barocca: i torinesi, infatti, gli hanno dato il soprannome di "Pugno nell'occhio" però nonostante questa sua snaturalezza e questa sua presenza un po' oscena affiancata a ciò che c'è attorno rimane pur sempre un pezzo di storia torinese. Detta anche da molti torinesi "il dito di Mussolini".

 

PORTE PALATINE
Le antiche porte di accesso alla città di epoca romana (Augusta Taurinorum) sorgono in piazza Cesare Augusto. Di grandissimo valore artistico e storico, sono realizzate in laterizio e scandite ordinatamente negli spazi grazie alla presenza di finestre disposte su due file orizzontali. Da notare la presenza di quattro archi, due di dimensioni maggiori per consentire il passaggio dei carri e due di dimensioni minori per i pedoni. Delimitate dalla presenza di due torri poligonali, nell'Ottocento le Porte Palatine divennero facciata di un palazzo e per questo ancora oggi il monumento è identificato dai torinesi come "Porta Palazzo".

 

TEATRO ROMANO
72 metri di diametro, è riemerso solo alla fine del XIX secolo. Prima, di esso si erano perse completamente le tracce.In epoca tardoantica, cessati gli spettacoli, l'edificio fu probabilmente utilizzato come cava a cielo aperto e forse vi si instaurarono delle abitazioni di fortuna, così come è successo in altre città italiane.
Infine, spianata l'area sulla quale sorgeva, i suoi resti vennero del tutto nascosti alla vista e alla memoria degli uomini; sul luogo sorsero una serie di edifici eterogenei e, in particolare, il chiostro della chiesa di San Salvatore
Durante gli scavi del 1909, tra gli altri ritrovamenti si annoverano i resti di tale chiostro riferibili all'epoca romanica.


CHIESA DI S. Silvestro
si affacciava sulla piazza del Grano (oggi piazza Corpus Domini); proprio qui ebbe luogo nel Medioevo uno dei più osannati eventi religiosi torinesi.
La costruzione dell'attuale maestosa chiesa del Corpus Domini è infatti legata al Miracolo del Sacramento del 1453
A seguito dell'evento miracoloso, nel 1454 venne approvata la costruzione in Duomo (quello antico, precedente all'attuale) di un nuovo altare in probabili forme tardogotiche, mentre sul sagrato della chiesa di S. Silvestro, a ricordo del fatto, fu costruito nel 1459 un pilone.
Nel 1525, dato il grande flusso di pellegrini e devoti, fu eretta sul luogo del miracolo un'edicola marmorea porticata ad opera del Sammicheli, tra i rari esempi di arte rinascimentale torinese.
Settant'anni dopo, durante un'epidemia di peste, la Città fece voto di costruire un nuovo edificio dedicato al Corpus Domini qualora fosse cessata la pestilenza. I lavori iniziarono nel 1609 (venne purtroppo demolita l'edicola del Sammicheli) e condussero alla costruzione della chiesa barocca attuale.
L'antica chiesa di S. Silvestro, dopo aver rischiato di diventare un corpo unico con quella del Corpus Domini, venne rielaborata e ricostruita nel 1610 dal Vitozzi (prendendo il nome attuale di S. Spirito), rimaneggiata in seguito da Bernardino Quadri (1662) e dal Feroggio (1764/67).

PIAZZA DEL GRANO oggi PIAZZA CORPUS DOMINI


Attualmente la piazza Corpus Domini non ha più nulla del suo passato aspetto medioevale, essendo stata fortemente rimaneggiata nei secoli barocchi. Resta soltanto questo resto di finestra, delicatamente decorata a rosette, a ricordare che un tempo l'area era delimitata da edifici di aspetto del tutto differente.

 

PIAZZA PALAZZO DI CITTA'
Sorge nel punto in cui, all'epoca della Torino romana, era costruito il foro. L'attuale conformazione è nata da un progetto di Bernardo Alfieri che nel 1756 avviò un'attività di ampliamento e riordinamento dell'antica Piazza delle Erbe. Al centro della piazza si trova oggi, il monumento al Conte Verde Amedeo VI di Savoia, commissionato nel 1842 da re Carlo Alberto a Pelagio Pelagi. Il monumento, comunemente chiamato il Fermacarte, celebra la presa di Gallipoli da parte di Amedeo VI di Savoia che, rappresentato in atteggiamento trionfante, costituisce un esempio emblematico del gusto neogotico. Su un lato della piazza si prospetta l'omonimo palazzo oggi sede dell'amministrazione cittadina. Piazza Palazzo si delinea inoltre come punto strategico della città dal quale si può raggiungere facilmente via Garibaldi e un'altra piazza dalle dimensioni più contenute dedicata al Corpus Domini.

Giovanni Benedetto Cottolengo (1776-1842) scoprì a quarant’anni la sua vera vocazione, e la scoprì per caso. Era già canonico e Vicario nella Chiesa del Corpus Domini di Torino, quando incontrò, drammaticamente, una donna disperata, ammalata e incinta: era stata rifiutata dal tubercolosario perché incinta e dalla maternità perché ammalata! Il canonico Cottolengo ebbe allora l'ispirazione di creare una casa aperta a chiunque, qualsiasi malattia avesse avuto, senza distinzione di razza o credo religioso. Fondò così nel 1832 la "Piccola Casa della Divina Provvidenza".
I mezzi per far fronte a questa grandiosa impresa erano quasi esclusivamente un’illimitata fede nella Divina Provvidenza, unita a costanti preghiere e a sacrifici . Pur incontrando mille ostacoli ed incomprensioni, G.B. Cottolengo (e i suoi successori) mai rifiutarono aiuto ed assistenza agli esseri umani, per quanto poveri e disgraziati. Oggi la "Piccola Casa" (che i Torinesi chiamano familiarmente "Il Cottolengo") è un imponente complesso di edifici dove tutto è lavoro, preghiera e carità, e dove il denaro non è accettato! Migliaia di pazienti (portatori di handicap fisici e mentali, anziani, ammalati in genere, minori indifesi, tossicodipendenti, poveri senza fissa dimora, extracomunitari), sono curati da suore e da volontari. Molti medici prestano il loro lavoro gratuitamente e possono servirsi degli ultimi ritrovati della scienza . Lo sviluppo della "Piccola Casa" è stato prodigioso; oggi più di cento "Case" operano in Italia e all’Estero. Il fondatore è stato beatificato nel 1917 e canonizzato nel 1934.


 

la Galleria Subalpina http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif
Il “salotto di Torino”, rappresentava un passaggio aperto nel punto in cui, al tempo di Torino capitale, lì si trovavano gli uffici del ministero delle Finanze. 
Così denominata in quanto fu la Banca Industriale Subalpina

Il progetto definitivo dell’architetto Pietro Carrera risale al 1873, mentre l’inaugurazione ufficiale avvenne il 30 dicembre 1874. Al suo interno, botteghe e negozi di prestigio. Gli ornati si devono ai fratelli Loro e al Piattini, mentre le parti scultoree dell’arredamento, aggiunte in un secondo tempo, sono opera di Pietro Rubino, autore della Vittoria Alata del faro della Maddalena. 

Lunga poco meno di cinquanta metri e larga quattordici  per un altezza di diciotto metri, in cui  si fondono elementi rinascimentali e barocchi, copertura in ferro-vetro e  marmi, è impreziosita da una gradevole balconata che le corre tutt’intorno tra il secondo e il terzo ordine architettonico. Non sono state molte, e neppure particolarmente significative, le modifiche nel corso degli anni: attualmente la galleria è ravvivata da alcune aiuole che ne permettono pure un limitato uso espositivo e l’apertura stagionale del dehors di un prestigioso ristorante, situato quasi di fronte al cinema Nuovo Romano. 

Negli interrati di quest’ultimo, nato nel 1898 come Caffè Concerto Romano, all’inizio del Novecento si tenevano gli spettacoli di varietà. Ed è qui che a ventidue anni Erminio Macario venne scritturato nella compagnia di balli e pantomime di Giovanni Molasso con il ruolo di secondo comico, debuttando con le riviste “Sei solo stasera” e “Senza complimenti”. Un secolo (abbondante) dopo l’apertura, la Galleria Subalpina non è stata in alcun modo snaturata, e continua ad ospitare esercizi di alto livello. Una curiosità: durante il suo soggiorno torinese il filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche abitava proprio qui sopra.

foto Graziella Bortoluzzi

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